In questo romanzo autobiografico Amélie racconta della sua esperienza lavorativa in Giappone. Amèlie, belga, nata a Kobe, in Giappone, dove ha passato i primi anni della sua vita, da sempre desidera ritornare in quel paese greve di una delicatissima bellezza. A questo scopo si fa assumere come interprete franco-giapponese presso un'enorme multinazionale di Tokyo.
Non appena mette piede nell'azienda, dopo aver firmato un contratto della durata di un anno, Amélie si rende conto che non le sarà richiesto di svolgere il suo lavoro come interprete, bensì di occuparsi di mansioni di basso livello. Pian piano la vita lavorativa diventa sempre più surreale: ad Amélie viene chiesto di "disamparare" il giapponese (l'utilizzo del quale durante il servizio del te in sala riunioni aveva disturbato gli uomini d'affari giapponesi present, suddenly aware that the "foreign" understand their language), after receiving the unexpected opportunity to undertake research work for a colleague, albeit on condition of anonymity, Amélie is betrayed by a spy that the complaint to his superior , thus earning a scolding proverbial.
Ambien business oppressive and alienating, with a thousand absurd aspects, is mitigated only by two bizarre habits Amelie: to fix the perfectly beautiful face of his direct superior, Fubuki, and to admire the scenery from the windows of Tokyo of his plan, which dominates the city. The private life is not named as the only way to resist torture psicologica dell'azienda è proprio quello di fingere che al di fuori di essa non esista nulla.
Ne emerge un ritratto corrosivo di una civiltà incredibilmente distante dalla nostra occidentale, un ritmo scanzonato che vela l'angoscia lavorativa di un'esperienza ben oltre i limiti della legalità, ma accettata dai giapponesi come una routine normalissima.
Stupore e tremori. Amélie Nothomb.
Guanda. 2006. 118 pagg. € 7,00.
Romanzo.
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