Voglio condividere con voi due bei libri di fotografie di Roman Vishniac a me molto cari, davvero sono fotografie così intense che dopo averle guardate non riesco a togliermele dalla mente, a pensare a chi e cosa avrebbero potuto diventare questi giovani, questi bambini, se fossero vissuti ancora.
Come la foto di questo ragazzo qui sotto:
é bellissima e lui ha uno sguardo così fiero e ironico che mi verrebbe voglia di conoscerlo, di parlargli di persona.
Chissà dove é finito:
abitava in Carpazia, ora Ucraina.
-we walk-behind Roman Vishniac, and we are captured by thousands of eyes that animate the narrow streets of the small Jewish villages.
And our eyes see two things simultaneously: humans yesterday, a vacuum today.
Supreme witness, Vishniac evokes pain and love with the picturesque and affascianante Jewish world, which then saw engulfed by fire and darkness ... and his love for the dead that touches us so deeply.
loves them all:
the rabbi and their students, street vendors and loro clienti,i mendicanti e i cantori, i vecchi tristi e i giovani sorridenti.
Li ama perché il mondo in cui vivevano non li amava, e perché la morte gli ha già scelti per sè.
Non dimenticare,non lasciare che l'oblio cancelli la memoria:
questa é la sua ossessione [...] perché le vittime non svaniscano completamente nell'abisso, perché continuino a vivere, dopo la tortura e il massacro.
E ha vinto la scommessa:
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